Donald Trump è il 45° presidente degli Stati Uniti, ecco cosa ne penso

E’ stata una lunga notte, piena di attese, speranze, voti e conteggi. Alla fine i pronostici si sono ribaltati, Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America. E per quanto nella mia testa stia incominciando a capire il meccanismo che l’ha portato a sbaragliare la tanto sostenuta Hillary Clinton, non riesco ancora a capacitarmi di come due canditati del genere siano finiti a contendersi la vittoria.

Inutile dire che dalle primarie dei due partiti sarebbero potuti uscire altri candidati. Ed invece no. Trump, partito in minoranza, ha conquistato la chiave fondamentale per andare avanti: i cittadini. Sempre osteggiato dal suo stesso partito, dalle lobby, ma sostenuto dalla gente, che in lui vede una rivoluzione, un cambiamento deciso rispetto al passato. In barba a tutti, è andato avanti e ha realizzato il suo progetto.

Quasi anziani (insomma 69 e 70 anni non sono proprio il massimo), con dei precedenti “importanti” alle spalle (Hillary con il marito Bill, Donald che evade le tasse per poter tirar su il suo impero finanziario), hanno passato l’intera campagna elettorale prendendosi in giro a vicenda su Twitter. Hanno parlato ben poco di programmi politici precisi, di quali riforme mettere in atto una volta eletti; solo continue schermaglie, sulle mail rubate di una, sugli insulti razzisti dell’altro.


Hillary, la sconfitta che nessuno si aspettava. Sostenuta dalla maggior parte dei media, dalla parte d’elite della società. Le più grandi star erano con lei, da Ariana Grande a Madonna, passando per Katy Perry. Gli spot pubblicitari di qualche mese fa, a cui tantissimi personaggi di spicco hanno partecipato, ne erano la prova. Ma non è bastato.


Le minoranze che Hillary avrebbe dovuto conquistare a mani basse non sempre le sono andate incontro. La Florida ha votato compatta Donald, nonostante la grande presenza di latinos. Le donne sono in lacrime per aver visto svanire la possibilità di un presidente, per la prima volta nella storia, facente parte del gentil sesso. Inutile rimarcare la probabile rabbia dei messicani. Eppure non è bastato,entrambe le categorie non erano compatte sulla Clinton.

Donald Trump, 45° presidente degli Stati Uniti
Donald Trump, 45° presidente degli Stati Uniti

Quest’anno ha vinto il populismo. Hanno vinto le persone, sulle lobby, sui media, sulle grandi autorità. Ha vinto la voglia di cambiare, di dar inizio ad una rivoluzione. Tempo fa, lette queste premesse, avremmo immaginato che il nuovo presidente fosse una persona di spicco, pronta a lottare per la gente, con grandi ideali nella mente. Ed invece davanti abbiamo Donald Trump, un personaggio molto controverso, pronto a governare almeno 4 anni con il suo motto preferito: “Make America Great Again“. Chissà cosa si intende per “Great”.


Di sicuro saranno quattro lunghi anni. Tesi e difficili. Trump ha un gran lavoro davanti, deve schiarire le sue idee in fatto di politica estera, ma anche interna. Risolvere un conflitto con le minoranze, chiedere scusa alle donne, riconquistare (almeno in parte) la fiducia delle classi più alte e importanti. E, allo stesso tempo, non perdere il sostegno della gente, che lo ha eletto per cambiare e rivoluzionare questo paese. Gli Stati Uniti d’America, alla ricerca di una nuova identità.

Faccio tutti gli auguri possibili a Donald Trump, brindo ai prossimi quattro anni in cui spero non accada nulla di male. Ma temo che non sarà così. Una persona con il suo ego non rimarrà ferma, qualcosa succederà. Buona fortuna Donald, abbi cura dei codici nucleari. Ma soprattutto del tuo account Twitter.

P.S. Twitter regina delle elezioni, lo sapevate? Un miliardo di tweet prima di questa notte, tutti sui due candidati. Non oso immaginare quanti tweet siano stati lanciati con hastag #ElectionDay. Lo scopriremo presto. Vi lascio qualche perla di saggezza trovata su quello che rimane uno dei miei social preferiti. Continuate a seguirmi anche lì!